lunedì 28 marzo 2011

Libro sul comodino (la meraviglia della lettura)

Il libro, di Julio Cortazàr, ha come titolo "ll gioco del mondo", che poi non è altro che il gioco delle caselle numerate disegnato per terra. Il protagonista si muove attraverso la città (da Parigi a Buenos Aires) come attraverso, appunto, le caselle del "gioco del mondo" alla ricerca del Centro, della vera vita e di Lucia, la Maga, l'unica che non dimentica che, in fondo, "per arrivare al Cielo servono solo un sassolino e la punta di una scarpa". Il protagonista, nella prima pagina del libro mentre cammina per le vie di Parigi pensa (riferendosi alla Maga con la quale si incontravano sempre "per caso")

[...]" che incontrarsi per caso non era un caso nelle nostre vite, e che la gente che si dà appuntamenti precisi è la medesima che ha bisogno del foglio a righe per scriversi o che preme dal basso il tubetto del dentifricio"[...]

giovedì 24 marzo 2011

(fuso) Orario

Luce ancora, nonostante siano già le 18 passate. Dicevo luce, di quella che fa intendere di un sole che c'è stato, qualche tricolore che spunta tra i balconi e jovanotti che canta.
E' la fotografia del mondo dentro e del mondo fuori. Chi sa se Pessoa, leggendo, direbbe che è stupido, come tutte le parole sdrucciole. Perchè è una parola sdrucciola, questa cosa. Qui non ci sono ideogrammi. Quelli, comunque, non credo siano sdruccioli.
Jovanotti continua a cantare. Canzoni sdrucciole.

Buio, perchè sono già le 23 già da un pò. Buio che nasconde e non fa intendere nulla di ciò che è stato. La fotografia è una lastra nera. Le ombre nascono dalla luce, non dal buio come solitamente pensiamo. L'America è lontana e non ha ideogrammi nè parole sdrucciole in cui incespicare come bucce di banana.
E' quasi alba. Somewhere.
Non qui .

venerdì 11 marzo 2011

Ridicole

C'è un film dentro lo schermo con un tasto "pause" che lo blocca e un rettangolo bianco da riempire, questo. Non che sia un obbligo, intendo vedere il film o riempire questo spazio. Scelgo di essere qui che è la cosa più complicata. Per raccontare questa giornata e provare a tirare una riga rossa che sa di somma, io che la matematica la lascio fuori dalla mia vita. Leggo Pim e Prishilla che sono la mia boccata d'aria buona. Prishilla mi fa venire in mente che "tutte le parole sdrucciole sono ridicole" (citando Pessoa, e Vecchioni che lo canta). Per il resto, latitano i punti esclamativi ma in compenso sta crescendo un prato di punti di domanda. Il rum serve per lanciarsi col parapendio e la tisana della buona luna addolcita con il mascobado per far finta di essere in pace col mondo. Stasera servono lettere tonde e piume d'oca. E una moneta, per grattare sulla patina argentata e leggere cosa c'è scritto sotto.



Buonanotte

PuntoG

mercoledì 9 marzo 2011

Di battiti di ciglia al rallentatore

Partita di tennis giocata a colpi di dita sulla tastiera. Il prato è decisamente sintetico e verticale, anche. I giocatori sembrano finti. Omini di plastica senza fiato che si dimenano sui tasti e sulle lettere, che sono vita però. I racconti si srotolano su cavi elettrici che dell'erba non hanno neppure il colore. Men che meno l'odore. C'è un omino che sa di riccio di castagna chiuso e l'altro di brezza di mare al mattino presto quando non c'è gente e il sole inizia a guardarsi sul mare e il mare sottosopra è di un azzurro che sembrano i capelli della fata turchina. L'omino riccio-chiuso urla "ancora" e "sempre". L'omino brezza-di-mare lo guarda e sospira. Sbatte le ciglia lentamente come al rallentatore, guarda la spuma del mare che passa dentro un ricordo e pensa che "sempre e per sempre" è questa cosa qui .