domenica 30 ottobre 2011

Casa gialla, infilata dentro un vuoto d'allegria

Ha finito di esistere la casa gialla. Infilata tra due strisce di finestre bianche, quasi a sgomitare per potersi incuneare e trovare il suo spazio. Lei, lì in  mezzo, diversa eppure uguale, nel dentro e nel fuori. Illuminata da un vecchio lampione, di quelli con una luce un pò gialla e che quando nevica rende tutto più surreale. La mia ciotola di riso serve a poco. Stasera non mi basta a far finta che che gli oggetti e le case siano pezzi d'inutilità e Buika s'infila dentro un vuoto d'allegria. Serve una stanza da bagno in cui infilarsi e l'acqua che scroscia che copre tutti i rumori dentro, e  far finta che è pioggia che bagna il viso.
Non esiste più la casa gialla, l'unica che specchio riconosceva come mia. Forse per il giallo dentro che faceva eco alle mie risate o che smorzava la malinconia di una canzone o di una poesia. Non esiste più. E Buika continua ad insinuarsi dentro i ricordi.

PuntoG

venerdì 28 ottobre 2011

Allitterazione

Ci sono delle lentezze che  si aggrappano all'asfalto con le loro "z" ad artiglio e li vi rimangono impigliate. Il tempo diventa allora colla, come sui grandi manifesti pubblicitari attaccati sui muri, con la bionda di turno che sorride. E neppure l'acqua riesce a scioglierli e staccarli.
Ci sono lentezze, le più belle,  che puoi vedere se osservi la forma di questi vermetti neri. Queste "z" sono pattini con le lame liscie ed affilate, quelli per l'inverno intendo. Scivolano sul tempo liscio come il ghiaccio sotto il riverbero del sole di metà Gennaio, quando l'aria trascina l'odore della primavera che è da venire. Le lame piatte luccicano mentre scivolano sotto le gonne corte delle pattinatrici leggere come l'aria della cima del Viso. Creano, i pattini al loro passaggio, una scia di ghiaccio minuto, che svapora e sparisce, poi.
Ci sono parole che puoi guardarle a colori o in bianco e nero. Come la vita.  

PuntoG

mercoledì 26 ottobre 2011

in(tra)mezzo

In mezzo alla settimana il Giovedì, come le auto in mezzo al traffico e in mezzo al rumore, la radio che parla. Intermezzi musicali tra intermezzi telefonici. In mezzo alla giornata, magari. In mezzo ai pensieri di certo, tra un morso al panino di fette d'arrosto e la salsa che s'infila in uno spazio e finisce nel mezzo del piatto, se sei fortunato a non farti una macchia sulla maglia. In mezzo, tra il prima e il dopo, c'è l'aria che uno respira, la canzone in testa e in bocca, il suono di un pronto e quello di una risata. In mezzo è ora, tra i raggi di sole, mentre prima era pioggia e dopo è il buio notturno. In mezzo c'è il mondo e la vita. E un marciapiede. E i piedi per camminare, se li hai.

PuntoG

lunedì 24 ottobre 2011

Arimo

Rotolare, srotolare, aggrovigliare. Punti blu spariscono nella notte. Le luci del muro spengono le stelle, solo una resiste, come sempre, come maledettamente sempre. Le parole non bastano mai, non bastano sempre. Sembrano poche, sembrano troppo. Il muro non è abbastanza alto, basta un hoop e sei dentro. Dentro a cosa, però? Fuori è il noto, dentro è il castello in cui uno non è mai stato. Prendere la mano, contare fino a dieci e gridare "arimo". Il fuori è l'illusione, dentro è la speranza. Basta una canzone per volare dentro una vita che è sparita in una bolla di sapone esplosa dentro un cielo pieno di sole. Basta una canzone per dimenticare la speranza di una vita a colori e finire dentro un fumetto in bianco e nero stampato su carta riciclata. Un alito di vento sbatte i panni stesi e l'odore di mandorle dolci diventa l'illusione di tuffarsi dentro la piscina senz'acqua. I misunderstang fanno capolino dalla tazza con la pecora nera piena di caffè ormai freddo. Servono chili di pile per riscaldare un sogno pieno di stalagmiti che rischiano di schiantarsi addosso come coltelli affilati dentro panetti di burro giallo. C'è un posto in cui arrotolarsi e srotolarsi. Sbattere le ciglia e respiare piano, come dentro una risata che sa di pane cotto al forno a legna.

PuntoG

sabato 22 ottobre 2011

sversispersi

Oggi è un giorno buono. Pieno di un buon profumo, di leggerezza e di buone note. Svaporano tra panni stesi e pensieri sfilacciati, un pò. E s'inseguono tra divani e cuscini, tra sedie e tavoli. C'è il sole come nei vortici di notte. E' un giorno buono per ospitare "sversispersi" qui. Tra le mie nuvole e le mie favole, magari non staranno poi così male.

"Domani"
Oggi e’ un giorno buono.
Penso alla voce,
quando cerca
di illuminare
le parole.

Manca una pagina.
Lascio andare la giornata.

Chiudo la porta
sul cielo ancora azzurro.

Penso alla voce,
che si interrompe
cercando il verso giusto.

Penso
la malinconia
negli occhi
andando via.
Lascio tutto
com’è
non provo adesso.

Ragiono
dello spavento
di quando tutto è cominciato.
Godo del mio sole immaginato.
Oggi è un giorno buono.

martedì 18 ottobre 2011

Come Charlie (magari)

Sarebbe stato bello passeggiare sulla Senna, a guardare il cielo sottosopra e Parigi intorno. Invece questa giornata ingoia a grandi bocconi. Si cerca  di sorridere mentre svapora lentamente. E  di uscire dalla pancia della balena, come Pinocchio. Finite le croste di formaggio, anche la chiacchierata col grillo parlante che lancia sorrisi acchiappati al volo con un hooop.
Non ci siamo fatti mancare nulla oggi, quindi melissa e propoli prima della verticalizzazione e della solita mezz'ora prima che giunga domani, che è a un attimo da qui. Pronto l'esercito che strapperà il corpo tiepido da sotto le lenzuola con voci diverse. Il capitano è in abito nero e due campanelli in testa e ricorda una presenza uguale sul comò di nonna. Ma quello è un'altro posto e quasi un'altra vita, o almeno troppo lontana per riuscire a sentire ancora quegli odori e quei suoni. Svapora tutto nei ricordi. A volte, l'impressione è che sia così anche nel presente, come un'anticipo del fatto che sarà passato. Sfugge di mano anche l'adesso, tanto che uno non sa capire se è già ricordo. Credo che la melissa abbia effetti neurolettico, con effetti sul rallentamento (paralisi?) dell'ideazione. Mezz'ora, si, prima che venga domani. A poi.

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sabato 15 ottobre 2011

non-Regole

Non sempre esco quando sono felice. E non sempre sto a casa se sono triste. Nel senso che ci sono anche le eccezioni. Come stasera, che è sabato e non sono triste ma sto a casa. Giornate faticosissime che si sono srotolate ultimamente, e il non avere più vent'anni (in realtà neppure più trenta) si fa sentire nei tempi di recupero. Ciotola di riso Basmati, tisana depurativa e casa. Non è poi così tremendo. Magari mi guardo un film, mi faccio un bagno caldo versandoci ingenti quantità di liquido che fa schiuma, o più semplicemente mi leggo un libro, sotto il tepore, ormai piacevole, delle coperte. Non so se sono felice, ma non ho neppure l'ansia di esserlo. Sarà un buon sabato sera.

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venerdì 14 ottobre 2011

C'è stato un attimo di dancing

C'è stato un attimo, al belvedere credo, ma i posti contano sempre così poco che forse non vale neppure la pena di fare uno sforzo per ricordare
C'è stato un attimo, di sicuro c'è stato e quello lo ricordo bene
C'è stato un attimo, dicevo, in cui uno difronte all'altro e guardandoci negli occhi abbiamo spento la voce.
Proprio in quell'attimo ho infilato la mano in tasca per prendere una frase scritta coi suoni delle parole. Esattamente in quell'attimo, probabilmente lungo a dismisura e troppo breve da contare col cronometro degli umani, tu hai sbattuto le ciglia e letto quei rumori. Le ho sbattute anch'io, inavvertitamente e, quando ho riaperto gli occhi, adagiate sulle tue braccia incrociate, c'erano tutte le parole. Si, proprio tutte, nessuna esclusa.
Sono anch'io un pò cammello e un pò maga. (forse) Sbuco dalle nuvole ogni mattina in sembianza di drago e la notte divento cammello errante, non so. E forse non lo voglio neppure sapere. Spengo i rumori quando posso o ci canto sopra per non sentirli. La musica del mondo, credo, mi ha preso per stanchezza di vuoti d'allegria, come dici tu. Non lo so, o forse non lo voglio sapere, o forse non importa poi così tanto, credo. L'attimo del belvedere, o di qualunque altro posto sia stato (dicerto era S. e tu c'eri), mi ha fatto venire in mente questa canzone qui, o almeno delle frasi qua e là, nel ritmo della musica. C'erano in quell'attimo li.

PuntoG