sabato 23 marzo 2013

Principe o pilota?


"Il libro per bambini che preferisco parla di un piccolo principe arrivato sulla terra da un asteroide molto lontano. Qui incontra un pilota il cui aereo è precipitato nel deserto. Il piccolo principe insegna al pilota molte cose, soprattutto sull'amore. Mio padre diceva sempre che io ero il piccolo principe ma, dopo aver conosciuto Adam, ho capito che sono sempre stata il pilota." (Adam, 2009)

PuntoG

venerdì 15 marzo 2013

La luce nelle case degli altri

[...] "Dunque conoscere una persona significa permetterle di darci o toglierci qualcosa. Significa farla entrare nella nostra esistenza: fargliela sporcare, il giorno che quella persona avrà le scarpe piene di fango. Fargliela illuminare, se a quella persona verrà in mente di portare con sè una lampadina. Fargliela modificare, insomma. Mentre noi modifichiamo la sua. Senza che magari nessuno - nè noi nè quella persona - mentre succede, se ne renda conto." [...]

Chiara Gamberale


domenica 10 marzo 2013

Misunderstanding

Lei la trovate qui e come srotolando un filo di seta potete arrivale alle sue foto. Non so ne preferisco i vermetti neri delicati e leggeri come bolle di sapone iridescenti, oppure le inquadrature che lasciano intendere mille storie. Neppure il titolo del blog con riferimento a Cortazar, mi aiuta a scegliere.
Questa poesia l'ho amata appena scoperta sotto un bianconero torinese, e risale a molto tempo fa.
Ci sono cose che non hanno tempo e che vanno condivise.
PuntoG

Misunderstandig

Dal bordo della piscina atlantica
e del “misunderstanding”
ti grido
che bisogno avevi di raggiungere l’altro lato del sonno?
non senza una sciarpa fatta da me, almeno.
Mi disfo in biglie
in rumore
sul pavimento metà inverno, metà oceano
in cui affondo
col palloncino legato al polso.
E’ il penultimo strappo di calendario
occorrono le calze e la pazienza
e coppie di estintori sul ballatoio,
dove aspetto, in buona fede.
Lei è sempre deliziosa
starnazza come le anatre nell’acqua a Central Park
e ha tutti i tuoi recapiti,
vedrai,
che ti telefona.
Da "Il pentolino per il mate" di badev

domenica 3 marzo 2013

A Milano nella piazza del Duomo

Un caffè ai piedi del Duomo e uno sguardo alle guglie.
Nella piazza un uomo suona e un ragazzo ci vende una rosa.
I piedi fremono, ci sono treni che partono e aerei che si alzano in volo.
Un caffè soltanto, lo zucchero in abbondanza.
Ridiamo seduti sulla lancetta dei secondi.
Il cielo sopra Milano è senza nuvole, strizzi gli occhi per mettermi a fuoco.
Compaiono ragnatele attorno agli occhi.
"Non guardo", pensavi chiudendoli.
Secondo me guardavi.
Lo leggo nella ruga che fa ombra a un'altra, per come muovi le mani,
per come lisci la barba e a me sembra che scacci un pensiero.
"Non guardo", pensavi chiudendoli.
Secondo me te lo dicevi di notte,
ma era come contare le pecore che erano gechi svegliati dal buio.
Rido.
Ridi.
Ridiamo.
A Milano, nella piazza del Duomo, non c'è mai silenzio.
Mi concentro, ascolto il respiro, l'aria che si muove attorno,
l'aria che si muove dentro, di noi.
Un caffè ai piedi del duomo e uno sguardo alle guglie.
I treni e gli aerei (non) partono dallo stesso posto.

PuntoG