venerdì 4 ottobre 2013

Parafrasando Rajuela

Un, dos, tres, cuatro
¡Tierra, Cielo!
Cinco, seis
¡Paraíso, Infierno!
Siete, ocho, nueve, diez
Hay que saber mover los pies

Come Lucia vengo agli appuntamenti senza un appuntamento, ai luoghi degli incontri casuali del quando ci cercavamo, trovandoci per caso. Come una sciarpa mi avvolge il tuo odore, il colore delle tue parole, il singhiozzo della tua risata trattenuta in gola, come fanno i bambini colti con le dita dentro il barattolo della nutella. Fa freddo dentro la sciarpa della tua partenza senza saluto e i posti hanno la nebbia delle giornate di Novembre, e non importa quale stagione sia sul calendario. Il dolore è nube spessa che svapora dalla neve, rendendolo meno denso ma espandendolo a dismisura. Fa freddo sotto la sciarpa e il vin brulè non dà tepore, rende gli occhi lucidi di saudade, come alla stazione il treno che parte e pian piano diventa un puntino nero. E poi più niente. Sul cellulare il tuo numero di telefono ha una stellina gialla, la mia stella fortunata, quando c'eri e i tuoi occhi riempivano l'aria che respiravo. Come Pollicino, cerco tracce di te. Ti trovo ovunque e da nessuna parte. Perdersi dentro un bacio non dato è l'ubriacatura per tutta la vita. Faccio una cantilena della memoria di te, per riuscire a portarla intatta fino alla fine della mia vita. E muovo i miei piedi, come mi hai insegnato tu.

Un, dos, tres, cuatro
¡Tierra, Cielo!
Cinco, seis
¡Paraíso, Infierno!
Siete, ocho, nueve, diez
Hay que saber mover los pies
En la rayuela
Oo en la vida
Vos podes elegir un día.
¿Por que costado
De que lado saltarás? 
PuntoG
I testi un omaggio dei Gotan Project a "Rajuela" di J. Cortazar