lunedì 22 dicembre 2014

punto

sgambetto e tonfo
battito d'ali
silenzio
appunti senza finale
punto
puntoG

mercoledì 3 settembre 2014

Da Rogoredo a......

Da dietro al finestrino le stazioni scorrono nella notte. Le luci al neon le rendono ancora più silenziose. Un'altra stazione e un'altra fermata. Cartello blu con scritta bianca: ROGOREDO. E allora me la vedo li, ferma sul binario, coi piedi nelle scarpe comode a spiare la vita. Un ragazzo legge un libro in attesa del treno. Arriva. Continua a leggere mentre i piedi s'inerpicano sugli scalini, senza perdere neppure una lettera. Dev'essere un buon libro, oppure solo un buon compagno nella solitudine della notte. Penso che Prishilla ne avrebbe scritto una storia fatta di vento e aria. Mancano un quarto alle 12 e un uomo è finito sotto un treno. La sosta diventa lunga. Finisco la scatola di biscotti mentre penso alle storie che sono nate su questi binari.
Priscilla la trovate qui
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sabato 26 luglio 2014

Circo

Tu credi che la vita sia un circo sotto il tendone. Le luci, le ballerine sui trapezi volanti, gli animali e i pagliacci. E il domatore al centro della pista, lo schiocco della frusta, la voce dentro gli altoparlanti, il cerchio di luce tutto attorno. Il pubblico col fiato sospeso, le facce dei bambini incollate dallo zucchero filato, le file per i biglietti e quelle per una nocciolina al Dumbo di turno. Ogni sera uno spettacolo, buonaseracomincialospettacolodelgrandecirco. Un loop che si ripete uguale a se stesso sotto le strisce colorate del grande tendone. Godi come un riccio al rullo dei tamburi, agli applausi, all esercizio sulle fumi sempre uguale, sera dopo sera. Dio fece spettacolo per 7 giorni, poi si fermò a riposare ad ammirare il panorama. Nella sua infinita grandezza capi che che gli spettacoli devono essere brevi, oppure annoiano. Certo, dio è un artista professionista. Però, se vuoi imitarlo, dacci un taglio e falla breve. E sii originale.
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La logica del pesce spada

[...] Perché per secoli gli uomini hanno ritenuto più importante salvare la compagna o la prole che la pelle? È la logica del pesce spada. Lo sanno bene i pescatori che hanno imparato che devono colpire prima la femmina (il pesce spada nuota in coppia), perché se colpiscono il maschio la femmina se la da a gambe, mentre se colpiscono la femmina il maschio resta la nel tentativo di un salvataggio disperato.[...]
Trovo bella e sopra le parti questa riflessione. Non so da quale parte stare, ma qualche domanda me la sono fatta anche io senza trovare risposte. Solo una grande confusione. Già, nonostante la mia ampia e sincera veduta del mondo, a volte mi sembra stia diventando tutto molto confuso. Da ragazzina credevo che da grande si sarebbe dipanata la matassa delle domande, i vetri sarebbero diventati lucidi e trasparenti per l'esperienza. Invece mi ritrovo adulta ma con più domande e meno punti di riferimento. Non lo so se esiste "il giusto" e "il non giusto", però la logica del pesce spada la trovo perfetta.
Per leggere (ed è sicuramente da leggere!) l'articolo completo, sul blog di Costanza Miriano, basta cliccare qui

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martedì 17 giugno 2014

Speriamo che me la cavo

Dentro gli occhi
è gioco di bambini:
un'altalena, lo scivolo
e la giostra dei giochi comincia.
Tra le ciglia
è spiare un segreto,
ricordo di abbracci,
trecce e farfalle.
E' il naso di Pinocchio
a ciglie chiuse,
la fatina che si dispera,
il grillo che brontola,
le orecchie pelose,
tre volte il gallo
e tre monete d'oro.
E un sonno di pace, speriamo.

.G

lunedì 2 giugno 2014

Centra e c'entra, sempre.

Usare i "no" nudi è un'arte che pochi conoscono.
Vedo frasi curate e vestite da gran ballo, nascondere rifiuti.
Guardare negli occhi è dono di pochi.
Di chi combatte per la vita e vede quella degli altri volare come soffioni in un campo di papaveri.
Narra la leggenda che la Blixen disse: "quando gli dei vogliono punirci esaudiscono i nostri desideri". Camminavano mano nella mano, si amavano, lui si schiantò con l'aereo qualche giorno dopo.
Il dolore è sottile e spesso, come la nebbia di Langa in autunno che qua e là lascia intravedere i mille colori della terra.
Non sarò mai triste quando ti penserò perchè mi hai lasciato solo cose buone coi tuoi occhi.
L'amore c'entra sempre.
L'amore centra sempre.

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sabato 10 maggio 2014

Papaveri e margherite

M'invitasti alla cena, ospite fuori lista, margherita di campo tra papaveri rossi e impettiti. Appallottolai l'invito stizzita e ne feci strumento per testare la mia capacità di fare centro. Potrei drizzare le spalle d'orgoglio, potrei. Annuso l'aria come i cani per trovare tracce che mi conducano al nome dell'inganno. Rido, vestita con piume d'oca finta, della tua sicurezza vestita da pantaloni e una manciata di pepe tra i capelli. Rido dell'ingenuità e scioccaggine con cui tratteggi la me, riflesso di specchio. Sorrido vedendomi entrare nella stanza: rimmel sulle ciglia, tacco 12 o abito da artista francese, ancora non so. Di sicuro avrò sguardo sfrontato e silenzio sulle labbra. Saprò alitare, stanne certo.

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lunedì 5 maggio 2014

Ci sono cose che dovrebbero finire dentro un mazzo di rose

Guardare la luce che scolora è un'altro giro di lancette, è sabbia scivolata dentro il vetro; è spazio tra le immagini che diventano più nitide, con una  messa a fuoco direi quasi perfetta, come se lo spazio d'aria tra passato e presente avesse una proporzionalità diretta col tempo trascorso. E' pace dentro quelle immagini di un quasi cortometraggio. Gli uno fanno pace con gli zeri della sequenza binaria che crea  forme digitali: on o off. Ci sono ricordi che spariscono, altri si rafforzano nel tempo come quadri appesi con un'impronta dietro, sul muro bianco. Questi ultimi sono nutriti da amorevoli care tanto da farli crescere sani e forti, meglio che con i biscotti Plasmon. Sono come i puzzle: li puoi montare e rismontare ancora e ancora ma l'immagine non cambia, rimane bella come la prima volta quando le note di un jazz rotolavano dalla tromba insieme alle gocce di sudore che imperlavano la sua biglia calva e nelle pause si lisciava la barba e stringeva  gli occhi da miope per metterti a fuoco. Il jazz è una musica immmortale, vedrai che prima o poi lo sentirai suonare dentro un mazzo di rose.

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domenica 13 aprile 2014

Get some air

Cambiai gli occhi per guardarti attraverso la fessura del tempo. Bava di mare sugli scogli e sole opaco. C'era stata un'isola di libri, e quaderni, e segni e disegni. La sabbia è liquida di spessore, sguscia dagli abbracci senza rumore. Fidarsi è il sole ad ogni alba e lune al tramonto. I pensieri degli uomini hanno altri orologi e sfuggono alla logica. La pozza d'acqua sulla spiaggia è mare e oceano. Mescola fiumi e lacrime del cielo. Ti raccontai la storia della statua-sirena: guardava le luci del mondo e ne faceva storie. La tua terra va verso il cielo, il mare,  non lo puoi ascoltare.
Il tempo è fessura per infilarcisi dentro, anche domani.

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domenica 30 marzo 2014

Outing

Mettere ordine. Le virgole per prendere fiato e i puntini sulle "i" come aureole sulle verità.
Stanno sospesi, i puntini appunto, come se qualcuno ci soffia da sotto. Non troppo piano, ma neppure troppo forte, che altrimenti se ne volano via come palloncini abbandonati dal polso. C'è un equilibrio nel mettere questi benedetti puntini, un ritorno ad un ordine disatteso o evitato. E' come fare le pulizie di Pasqua quando il sole si risveglia e fa cantare i pennuti sotto le nuvole leggere. C'è un bisogno, come di pulire i vetri per fare entrare luce tersa. A volte la vita è opaca e necessita di una lucidata per sorridere meglio.
Mia madre dice -beata lei che è così informata - che quest'anno va di moda il rosso sulle labbra. Andrò a comprarlo.
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giovedì 13 marzo 2014

Per trovare i cronopios bisogna essere un po’ cronopios, ma anche un po’ famas

C' è una gran corrente a volte. Porte che si aprono e si chiudono continuamente, nemmeno il tempo per vedere lo spiraglio di luce inghiottita dentro lo spazio della memoria. A volte capitano tuffi dentro braccia che ti avvolgono come la luce di queste mattine così luminose che devi indossare gli occhiali da sole prima delle ciabatte. Per salire le scale servono le istruzioni, dice Julio. Potrebbe aver ragione. Le pedate tutte uguali sono l'inganno dell'ovvietà. Celano inciampi. Inaspettati. A volte sorrisi.

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giovedì 6 marzo 2014

Lette(re)

Andarsene per tornare
è il gioco del perdere
letto sui fondi del caffè
bevuto nella stanza
con le grate alle finestre.
Ha le gambe nelle enne
il verbo,
solide per passi svelti,
un ponte nella A
per passare dall'altra parte.
E non importa se la tazza
è sbeccata da un sorriso.

PuntoG

domenica 9 febbraio 2014

Guardare e così sia

Non finiscono solo le storie d'amore. Finisce anche l'amicizia, può finire qualunque cosa abbia avuto un inizio. Finiscono anche le persone. Tutto si spegne, come i tramonti che sbiadiscono e sciolgono i rossi dentro il nero che sta arrivando a scurire il cielo. Restano le stelle. Ma non so se sono i ricordi belli o le cose che hanno fatto soffrire. Non so com'è più facile dimenticare. Ricordare i momenti migliori, fa espandere la saudade nelle vene come le alghe nei fondali. Ricordare i momenti fallati è come sentirsi defraudati due volte, e la seconda per sempre, senza possibilità di rimedio. Bisognerebbe passarci la gomma pane sui ricordi: è morbida e delicata il giusto. Bisognerebbe poter guardare le stelle, guardarle e basta, guardarle e così sia.

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domenica 2 febbraio 2014

Xamamina

Le porte col sapore limaccioso e
i fagioli che cigolano nel piatto,
le penne stingono i fogli,
la ninna nanna per dormire e
il caffè per svegliarsi,
il rosso per andare e
il verde per fermarsi,
un addio per chi arriva e
un buongiorno col tramonto.
A me una pillola per i capogiri
e un collo per la sciarpa.

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sabato 1 febbraio 2014

M'incarto e m'incanto

M'incarto e m'incanto
a ritroso e in avanti.
Un filo rosso
arriva al muro giallo
sole
senza sbiadire
la china sulle righe.
M'incarto e m'incanto,
così,
semplicemente sempre.

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giovedì 23 gennaio 2014

M'intuo, per sempre

Budini alla vaniglia i ricordi.
Sdraiarsi sopra e attraversarli
trascinando, nell'oltre della memoria,
una massa densa e lieve.
E m'intuo.
(O almeno così direbbe Dante)

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domenica 19 gennaio 2014

Apparente(mente)

I silenzi sono come le meduse nei cilindri di vetro.
Gelatinosi lampioni cinesi che fluttuano illuminati da fari artificiali.
Le guardi affascinato, strisci il vetro dolcemente col palmo della mano, a simulare una carezza.
D'istinto indietreggi quando si avvicinano, per schivare la frustata urticante.
In fondo, facciamo parte tutti dello zoo.

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