martedì 11 gennaio 2011

Di speranzose alchime ricostruttive

Scrivere è un'esercizio, dice Camilleri. Mentre si veste di tuttopunto come per andare in ufficio e scrive la sua quotidiana lettera allo sconosciuto incontrato per caso lungo la strada che porta al caffè caldo. La vita è come ce la sappiamo raccontare, dice qualcun'altro di cui non ricordo il nome. Stamattina navigo a vista, o meglio a svista. E la pagina bianca è nebbia tra le Langhe, che non vedi neppure la linea bianca sulla strada. Stanotte, tra le piume, al caldo, dev'essersi sciolta la mia ironia. Dovrei cercarla tra le lenzuola ingarbugliate, o magari per uno strano processo alchemico sperare che si ricomponga la prossima notte. Nel frattempo l'Internazionale (la rivista, per intenderci) mi chiede "Da quale confusa baraonda vorresti allontanarti per non tornare mai più?"e mi viene il sospetto che per oggi ha preso in pieno. Francamente oggi mi basterebbe, banalmente, una spiaggia bianca, una palma, un caldo tempore e niente attorno.
Mi sa che mi devo accontentare del mio, solito, caffè caldo in tazza grande.
Così è (oggi)!!!!!

PuntoG

2 commenti:

  1. Conosco la nebbia delle Langhe, diversa da tutte le altre che ho visto in Italia e in un pezzo di mondo. E' più spessa, quasi solida, non lascia passare neppure i pensieri. Una nebbia pesante, come certi sogni da cui non si riesce a risvegliarsi. Chiudere gli occhi e fingersi altrove forse è l'unica difesa. E una tazza di caffè.

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  2. A furia di fingersi altrove si rischia di finire dentro un buon sorriso, Pim!!!!!

    Grazie per i tuoi passaggi qui.

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