martedì 27 luglio 2010

Libertà e perline colorate

Libertà è attraversare la notte attraverso strade buie percorrendo più di 100 Km per tornare a casa. Faro è la luna, più dei cartelli stradali. Una specie di stella polare tonda e luminosa, misteriosa e affascinante. Più del sole, per questioni temporali soltanto, ha illuminato uno srotolarsi di memorie e racconti del presente. Le note di un pezzo jazz ritmato, ci hanno fatto ridere, perchè "ti somiglia", mi hai detto. Il mondo fuori scompariva, annegato dentro bicchieri di vita. I colori del dentro si trasformavano per la magia del buio fuori. Liga ha fatto il resto, come un videoclip che è la nostra vita. La mia e la tua. Diverse eppure stranamente uguali. Almeno per quanto riguarda la fame di mondo. E' per questo che se io vivo rotondo anche la tua vita è così. Libertà è attraversare la notte squarciata dalla luce della luna col dolore e la tristezza desaparecidos, in una fossa comune, una tomba senza fiori e senza lacrime. Neppure una lapide a memoria di. Libertà è la vita che ci appartiene. E non conta la fatica di andare.

lunedì 26 luglio 2010

Vita rotonda

Guardarti attraverso i vetri opachi acidati dalle lacrime, le tue. Innamorasi è la campana del duomo, i grilli che coprono le risate dei ragazzi che giocano a pallone sotto la canicola, Vasco a squarciagola. Amare invece è lo scricchiolio della sabbia una notte d'estate sotto la luna piena, il rumore della neve che cade su neve soffice, il rumore delle foglie secche accarezzate da mano lieve. Vivere è guardare il sole senza occhiali a costo di accecarsi. Io sono, comunque.

sabato 24 luglio 2010

In your shoes

Infilare gli occhi dentro scarponi che hanno calpestato marmi bianchi e scalini di cristallo. Perderli dentro un buio fatto di sudore e memoria di righe colorate. Infilare i piedi dentro scarponi scomodi, potendo. E camminare dentro un involucro apparentemente insignificante per un giorno intero attraverso ogni via della città, fino a sentire le dita indolenzita, fino a non sentirle più. E guardare l'alba arrivare e poi il tramonto. Essere "in your shoes" aiuta le calliste e nient'altro. Bartezzaghi ha sempre definizioni introvabili e caselle bianche. Le scarpe col tacco si adattano molto meglio a unghie laccate e vestiti che lasciano la schiena nuda. La notte ha sempre il suo antidoto e un'insegna al neon che illumina con la scritta "in my shoes".

sabato 17 luglio 2010

Tecnologicamente scorretto

Svegliarsi e trovare un cuore tecnologico sul display a memoria di ciò che non è possibile nemmeno chiamare memoria. E sentirsi beffati anche dalla tecnologia. Oltre che dalla geologia. Anniversario di un bicchiere di candeggina, per togliere le macchie, ovvio. Colpa dell'agenda telefonica senz'anima, che non sa che la vita scorre su fili diversi dai cip e dai pixel. Le assenze hanno meccanismi quasi subdoli dentro i quali diventa alle volte difficile comprendere se ciò di cui si sente la mancanza siano i riti del quotidiano o qualcosa di più. Oggi ho troppe cose interessanti da fare per rattristarmi. In ogni caso, diffidare sempre da chi non legge libri.

PuntoG

domenica 11 luglio 2010

Cose che servono

Bisognerebbe imparare ad invecchiare con grazia e dignità.

Come se bastassero le parole

Alluderti, eluderti,
come afferrare quest’ombra della tua vita che nella mia
memoria passa
questa notte in cui fischiano sul fiume barche o nuvole.
Non che mi manchi volontà di “a parte”;
rimescolo il tè, attacco un bottone, guardo dalla finestra
gli ultimi passeri che si addormentano nei castagni.
Perché desiderarti se domani andrò a comprarmi datteri
in una strada coi muri come spalle?
Non so se ti amo, se ti cresco o ti sciolgo
in tante acque di memoria.
Alluderti è star da solo profondamente con me stesso,
eluderti è la festa della piazza, le stesse farinate
che raffigurano la vita con le sue quattro stagioni.
E’ facile applaudire la nuova commedia;
solamente che tu in ogni cucchiaino ti affacci,
solamente che tu mi duoli la testa,
solamente che tu mi stringi la cintura fino all’ultimo buco,
solamente amore mio.

Julio Cortazar - Cura per gli spaventi

sabato 10 luglio 2010


"Saldo tieniti all’odierna Via,
per amministrar le faccende d’oggi,
e per conoscer il lontano primordio.
Ciò vien detto il bandolo della Via "


...piegarsi al vento. Sapersi piegare finché dura il “vento”, pronto a rialzarsi con tutto il suo vigore intatto appena le circostanze lo permetteranno. Dunque né servilismo, né passività, né compromessi, né scoraggiamento, ma ripiegamento fecondo verso la propria riflessione profonda, perché “il momento più buio è quello che precede l’alba” nella legge del cambiamento.

giovedì 1 luglio 2010

Rime a vapore

Mi sono fermata a guardare questo materasso di sentimenti in cui affondare il cuore in attesa di collocazione. Come in una radiografia, lo vedo seduto, pulsante, su una molla come fosse su una poltrona. Lo fa sembrare un treno a vapore, quindi il pulsare uno sbuffare. O forse un ondeggiare sui fili metallici instabili per costituzione naturale. Vita traballante in cerca di un equilibrio instabile per trovare certezze. Eppure metallo fa rima con stallo e guardare con fermare (il cuore).

PuntoG