Prendere una manciata e tenerla dentro il pugno della mano. Dita serrate per rabbia e per l'economia di non disperdere il prezioso contenuto. Piccoli puntini accucciati uno all'altro. Stridono nel silenzio e sotto il peso delle falangi. Il braccio ondeggia col ritmo dei passi, col vento che si fa carezza e rende farfalla ogni foglia ingiallita del penultimo foglio del calendario. Le crome, fitte fitte per riempire lo spazio dentro la battuta, fanno spazio alle signorine con la faccia bianca. La musica si fa più stanca quando l'inciampo rompe l'equilibrio. Un cane con la zampina sollevata si è appropriato di un tronco d'albero. Ha la faccia felice, come solo un cane può averla. Basta poco. Il poco è molto e il non fare è meglio del fare. Gli steli di achillea hanno la magia del mutamento del mondo e la lentezza dei gesti. Il centro del mondo è una piccola capocchia di spillo dentro uno spazio vuoto, buio e sperduto. Serve guardare un fiume e ascoltarlo, per dipanarsi.
PuntoG
C'è un (in)canto anche nel dispiacere...
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