lunedì 23 gennaio 2012

Ha danzato nel vento degli zini #1

Sorride, in quest'ora con le lancette tese come braccia in croce. Le ombre si appoggiano ai lampioni, i cani che vi passano accanto annusano storcendo il naso e fuggono via con le orecchie basse. 
Tra la dolcezza, tesa tra le orecchie come panni stesi, sguscia l'espressione un pò arrogante e spavalda di chi si muove con la consapevolezza degli anni verso l'altra metà del viaggio. Quello che c'era da aggiustare e sistemare è quasi finito. Solo qualche ritocco quà e là, cose normali. Aggiustare è il tempo dei capelli  rossi e dei capelli biondi. Tempi lontani. O almeno è così che la memoria li sente. Il colore delle ciliege e del sole sono stati la resa del chiudere gli occhi e il cuore, delle lacrime che scioglievano il rimmel, degli occhi che si spegnevano come le città nei blak out. Dormire e chiudere gli occhi è un vizio che non si può permettere, non più. Lo lascia a quelli che passeggiano nel mondo scostandosi dalle foglie ingiallite che cadono dagli alberi come farfalle. Sorride, con la spavalderia di chi ha cavalcato il deserto coi Tuaregh sul dorso di un dromedario, sotto il sole cocente, con le labbra arse dal sole e dal sale del sudore. E con gli Imajeghen, gli uomini liberi, ha danzato al ritmo dei tindè, mentre gli zini arrivavano col vento e la notte si scolorava tingendosi di rosso.

PuntoG


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