mercoledì 29 febbraio 2012

Effetto farfalla

L'ultima volta che lo vide era NewYork, tra l'Hudson River e l'Empire State Building. L'autunno ingialliva le foglie e la neve cadeva a larghi fiocchi leggeri che si dissolvevano nell'aria. Lo vide comparire tra la folla che sembrava consapevole del fatto che serviva uno spiraglio di spazio affinchè i loro occhi s'incontrassero sulla stessa traiettoia. Accadde. E quando gli occhi s'incrociarono, la folla scomparve, il bruiso s'interruppe, e la voce di lei rimase sospesa nella gola come una bolla di sapone incagliata tra due sporgenze. Lui la guardò e usò gli occhi come parole. Lei si fermò, e nel silenzio, immobile, lesse quelle parole dentro il blu degli occhi. Sbattè le ciglia lentamente e i fiocchi di neve diventarono polvere leggerissima, poi svaporarono nell'aria. Deglutì la bolla, e solo allora ricominciò il brusio e i neon ripresero a lampeggiare. Gli occhi di lui,  rimasero invece fermi e fissi a guardarla, come il un fermo immagine di un film. Era autunno e nevicava, e lei sapeva che sarebbe comparso proprio da quell'angolo della strada. Un pò come Horacio Oliveira, ma quella è un'altra storia. L'ultima volta che lo vide cercò di registrare di lui tutto quello che poteva, negli occhi e nella mente, perchè NewYork è un posto troppo lontano e troppo affollato e non è facile incontrasri così per caso. E lei non era Lucia. All'angolo tra l'Hudson River e l'Empire State Building, da quella notte, ci sono stati almeno 20 autunni, gialli come allora e con la neve leggera che sembrava carta velina. Ogni volta che si trova a passare per quelle strade, nell'aria c'è sempre un odore di terra bagnata e di bosco, la schiena di un uomo che scompare dietro l'angolo, una ragazza che canta questa canzone qui e una farfalla che sbatte le ali dall'altra parte del mondo.

PuntoG

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