La strada si allontana, fredda. I sassolini sotto le ruote di
gomma sono il suono della campagna con i suoi tigli e bucaneve, il campo di
grano tocca il cielo.
-sbrigati dai! Pedala, veloce! Non arriviamo più se continui a
fermarti- mia zia, vicina, lontana. Eco nella mia testa pesante “Non ci riesco.
Ho paura. Non ci riesco. Ho paura”… Nel piccolo cuoricino nascosto, sgorgano
terrore e sconforto, un nodo alla gola e un pianto scoppiato. “Non ci riesco. Ho
paura. Non ci riesco! Ho paura!”.
la zia pedala veloce, non guarda indietro. “Non ci riesco. Ho
paura”.
La sua testa è un puntino rosso nella strada polverosa. I cani
la inseguono. Io resto. Non mi muovo. Ho deciso che rimango qui ”non ci riesco.
Ho paura” non mi importa cosa mi succede. Non ci riesco, Ho paura di cadere, di
farmi male, di sbucciarmi le ginocchia, per l’ennesima volta.
Ascolto i grilli e il sole caldo. Sono sola. Ho paura e non ci
riesco ma sono sola. Silenzio. Nessuno è pronto a raccogliermi, a consolarmi.
Solo le mie piccole braccia riescono ad abbracciare il mio tronco ansimante. Ho
paura e non ci riesco. Mi abbraccio forte e piango tanto. Mi fanno male i piedi,
non riesco a camminare. Devo pedalare. Devo assolutamente pedalare “Ho paura.
Non ci riesco”. Mia zia avrà già comprato il ghiacciolo alla cascina e non
tornerà indietro. Non so la strada “Ho paura. Non ci riesco”
Ho consumato i miei occhi, le mie lacrime sono cadute in
fretta, il mio cuore ha smesso di tremare. Nessuno mi ascolta in quel paesaggio
di infantile bellezza. Voglio anche io fare il rumore con i sassi sotto le
gomme, voglio anch’io ascoltare la campagna. Salto sulla graziella.
Non cado più. Assaporo il rumore della ghiaia, le cicale, il
vento, le nuvole. “Anche io so fare il rumore con la bici”.
Questo racconto arriva da un posto che si chiama "La stilografica". Ha un bel suono, in particolare questo qui: “Anche io so fare il rumore con la bici”. A pedalare bisognerebbero insegnarcelo da piccoli, all'asilo addirittura. Forse anche no, non importa se nessuno ce lo spiega. Dovremmo imparare a farlo comunque. Almeno prima di andare a camminare sul grande arcobaleno. Perchè lì, si usano le ali, non le bici.
PuntoG
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