mercoledì 9 marzo 2011

Di battiti di ciglia al rallentatore

Partita di tennis giocata a colpi di dita sulla tastiera. Il prato è decisamente sintetico e verticale, anche. I giocatori sembrano finti. Omini di plastica senza fiato che si dimenano sui tasti e sulle lettere, che sono vita però. I racconti si srotolano su cavi elettrici che dell'erba non hanno neppure il colore. Men che meno l'odore. C'è un omino che sa di riccio di castagna chiuso e l'altro di brezza di mare al mattino presto quando non c'è gente e il sole inizia a guardarsi sul mare e il mare sottosopra è di un azzurro che sembrano i capelli della fata turchina. L'omino riccio-chiuso urla "ancora" e "sempre". L'omino brezza-di-mare lo guarda e sospira. Sbatte le ciglia lentamente come al rallentatore, guarda la spuma del mare che passa dentro un ricordo e pensa che "sempre e per sempre" è questa cosa qui .

2 commenti:

  1. Il brano si integra perfettamente con la canzone di De Gregori. Bellissimo. C'è anche qualcosa di Blow Up...

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  2. Grazie Pim. E mi lusinga il riferimento a Blow up, che però non ho visto :(

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