mercoledì 25 gennaio 2012

Ha danzato nel vento degli zini #2


La notte scorre lenta e senza fretta.  Il tempo può essere un giocoliere che impnotizza. Come i lembi dei veli degli uomini blu che seguono il ritmo della musica. Il cielo è una coperta e lei ha smesso di pensare. La danza l'ha trasformata in viaggiatrice. Il divano di pelle color tabacco, la raccolta di musica, i quadri, le serate con gli amici in giardino e le candele accese, la torta nel forno e il riso del cane. Tutto svanito sotto i raggi del sole che intorpidiscono la memoria. Non ha più senso pensare a un ritorno a casa. Il brusio delle donne rotola sulla sabbia sottile inseguendo le dune. Ogni tanto qualcuna ride con un'eplosione improvvisa. Rotola anche la risata, più veloce del brusio e raggiunge la duna più lontana. Il te passa da un bicchiere all'altro numerose volte, il braccio sale al cielo come una preghiera, come a trovare il vuoto. La schiuma riflette il blu. Si siede accanto alle donne abbracciando il bicchiere caldo che le candele trasformano in caleidoscopio. Nel deserto si beve tre volte: amaro come la morte, dolce come la vita, soave come l'amore. Il deserto è pieno di sogni e di tempo. Il tempo è un leone da addomesticare per non farsi sbranare. E' un orologio da mettere in bocca a un dromedario mentre ondeggia nel deserto e poi lo sputa sulla sabbia. Il tempo è solo alba a tramonto. E' oggi, ora. Niete ieri nè domani. E' l'attimo del respiro. Si alza il vento e cessano le danze, i tindè, i brusii e le risate. Il vento racconta della giornata di domani, degli affanni che avrà, del divano in pelle da dimenticare, delle dune da attraversare, del sole implacabile che si cheterà solo a sera. "Ho ascoltato, zini" sussurra. "Ascoltate ora voi la mia preghiera. L'ho urlata a squarciagola contro queste montagne di sabbia che basta girarsi un attimo e sono già un'altra cosa. Dei del deserto, ascoltatela ora che arrivate col vento dentro questa notte". Sussurrò la sua preghiera, mentre la sabbia le ricopriva le labbra. Il te era quasi finito e i dromedari masticavano pigri.

PuntoG

4 commenti:

  1. Ai confini del deserto, sotto un sole cocente, quasi come un miraggio... C'è un po' di Paul Bowles, ma soprattutto immagini che - ho la sensazione - hai colto con i tuoi occhi. Certi viaggi cambiano prospettive e punti di riferimento - ne so qualcosa.

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  2. Direi di si, Pim. Ma solo per il tè, altrimenti mi monto la testa :)

    Ah, per il viaggio......vale quello quello interiore???

    Ciao

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  3. talvolta il deserto e la preghiera sono una cosa sola.

    una vicina grata del capitolo 2!

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  4. Si, anche.
    E talvolta la preghiera ha bisogno del deserto.
    (Che deliziosa vicina di casa :)

    Notte Prish

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