martedì 27 marzo 2012

Pourquoi lire?

Leggo perché la vita non mi basta (come diceva Pessoa).
Leggo per evitare di dire sciocchezze alle donne.
Leggo per essere altrove.
Leggo per diventare te.
Leggo perché è la sola attività al mondo che permette d’essere contemporaneamente soli e accompagnati.
Leggo per trasferirmi nella testa di Montaigne.
Leggo perché Flaubert mi parli della malinconia dei transatlantici.
Leggo come Guide scrive Paludi: perché altri mi spieghino perché leggo.
Ecco: leggo perché Montaigne, Flaubert e Gide m’insegnino chi sono.
Leggo perché è una fortuna avere degli interlocutori tanto vecchi: Montaigne 477 anni, Flaubert 189 anni, Gide 141 anni.
Leggo per ascoltare i morti.
Leggo perché Frédéric Berthet mi spieghi perché mi piace far festa.
Leggo per uscire senza uscire.
Ma leggo anche per ascoltare i vivi.
Leggo per non invecchiare.
Leggo per non essere disturbato.
Leggo per non rispondere al telefono.
Leggo per non essere qui ma lì.



Lo scrittore francese Charles Dantzig publica un libro in cui si chiede, già nel titolo, «Pourquoi lire?», «Perché leggere?». Già, perché? Lo stesso Dantzig risponde: «Si legge per capire il mondo, si legge per capire se stessi. Se si è appena un po' generosi, capita che si legga anche per capire l'autore». Sull'«Express» Frédéric Beigbeder replica con il lungo elenco dei suoi perché.

PuntoG





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