Che bisogno avevi di occupare l'altro lato del letto fino a infilarti dentro l'impronta di me?
Mentre aspetto gioco con gli origami e costruisco uccelli coi fogli dei quotidiani cinesi.
Cuocio le polpette nel sugo che borbotta dei pranzi nei giorni di festa e del silenzio in tutti gli altri giorni.
Alle diciassette ogni giorno ti ho scritto una lettera, con la stilografica e l.inchiostro nero; il pennino ha tratti più marcati. Sono archiviate nel faldone con la scritta rossa : MITTENTE SCONOSCIUTO.
Il tempo ingiallisce la carta e stinge la china. Rileggo a stento ciò che rimane.
Che bisogno avevi di traslocare dentro un'altra impronta senza almeno lasciare una manciata di briciole sul divano bianco?
Il posto del tuo spazzolino è sempre vuoto e la musica che ami dà il buongiorno al sole, che guarda e fa spallucce.
Che bisogno avevi di telefonarmi una mattina di settembre per dirmi che ti manco e mi vuoi bene?
Però lui, è davvero delizioso.
PuntoG
Mi piace l'immagine dell'impronta, è molto significativa. Ogni sogno è in effetti un bisogno. Definizione che suona più poetica di "appagamento allucinatorio di un desiderio inconscio" (nonno Sigismondo).
RispondiEliminache poi è un po' come dire 'i sogni son desideri', che è un altro modo di parafrasare nonno Sig. ;-)
RispondiEliminachissà come lo direbbe il sugo delle polpette....
delizioso anche questo post, cara .G
Prish
Per fortuna nonno Sig. non commenta i post, perché davvero sulle polpette non so quali e quante cose direbbe.
RispondiEliminaProprio stamattina, in riferimento ad un mio schizzo sulla moleskina, mi è stato detto che i disegni sono sogni.
Non so cosa sono davvero i sogni notturni o quelli disegnati, credo però che senza sogni non si va da nessuna parte.
Un abbraccio P&P