Guardare la luce che scolora è un'altro giro di lancette, è sabbia scivolata dentro il vetro; è spazio tra le immagini che diventano più nitide, con una messa a fuoco direi quasi perfetta, come se lo spazio d'aria tra passato e presente avesse una proporzionalità diretta col tempo trascorso. E' pace dentro quelle immagini di un quasi cortometraggio. Gli uno fanno pace con gli zeri della sequenza binaria che crea forme digitali: on o off. Ci sono ricordi che spariscono, altri si rafforzano nel tempo come quadri appesi con un'impronta dietro, sul muro bianco. Questi ultimi sono nutriti da amorevoli care tanto da farli crescere sani e forti, meglio che con i biscotti Plasmon. Sono come i puzzle: li puoi montare e rismontare ancora e ancora ma l'immagine non cambia, rimane bella come la prima volta quando le note di un jazz rotolavano dalla tromba insieme alle gocce di sudore che imperlavano la sua biglia calva e nelle pause si lisciava la barba e stringeva gli occhi da miope per metterti a fuoco. Il jazz è una musica immmortale, vedrai che prima o poi lo sentirai suonare dentro un mazzo di rose.
PuntoG
Nelle tue parole si avverte il respiro tornato lento e regolare dopo una gran corsa, quando lo sguardo può finalmente posarsi sul mondo e i suoi oggetti, e la musica riprende a fluire senza più (troppi) sussulti...
RispondiEliminaP.
Prove di respirazione a tempo. Vedremo....
EliminaCiao Pim :)
Ciao cook!
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