domenica 1 febbraio 2015

Dedicata ad A.

Erano i thè della frivolezza, tutta inventata a colpi di meches sui capelli e orecchini per tutte le stagioni. Costruirla ci faceva sentire leggere e le risate servivano ad accogliere le fette di torta senza l'ombra dei sensi di colpa. Almeno un titolo di libro però arrivava sempre, come il tonfo della zolletta di zucchero nella tazza piena, ed era sempre stupore. Erano gli anni in cui il tempo non solo sembrava essersi fermato, ma addirittura ci regalava qualche anno in più, a ritroso. Sembravamo i ragazzi dei college in quelle case sempre aperte a tutti e a una manciata di passi una dall'altra. Il mondo ci aspettava per essere conquistato, e noi ne avevamo fame. Le vasche del pomeriggio, finivano sempre dentro qualche piatto dai colori forti e dal colesterolo in tripudio.
La forbice cominciò ad aprirsi quella domenica della gita al castello dopo pranzo. Come biglie iniziammo a rocambolare a caso. Infatti all'epocale concerto di Patti Smith, molti di voi non c'erano, e fu meno bello. Quando fu il momento di percorrere il lungo corridoio fino a quella stanza, forse tornammo ad essere ancora tutti insieme un'ultima volta,  anche se non vi vedevo, e i piedi e il fiato s'inciampavano.  L'abbiamo pensato tutti, senza dirlo, che quel vestito era inadatto. Abbiamo sistemato il nodo alla cravatta, lisciato le maniche, scompigliato i ricci. Tieni i posti vicini, non te ne dimenticare.
Non mi mancate perché so di non avervi perso.

Ad A. che, come un folleto, sa sempre rimescolare i ricordi col presente. E anche a tutti gli altri

PuntoG

2 commenti:

  1. Tutto passa, tutto scorre. Ma qualcosa rimane sempre - tra le pagine chiare e le pagine scure.

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  2. L'amore rimane sempre. O come dico nel tormentone del momento: "L'amore c'entra e centra sempre"....
    Abbracci caro Pim

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