[...] "Dunque conoscere una persona significa permetterle di darci o toglierci
qualcosa. Significa farla entrare nella nostra esistenza: fargliela
sporcare, il giorno che quella persona avrà le scarpe piene di fango.
Fargliela illuminare, se a quella persona verrà in mente di portare con
sè una lampadina. Fargliela modificare, insomma. Mentre noi modifichiamo
la sua. Senza che magari nessuno - nè noi nè quella persona - mentre
succede, se ne renda conto." [...]
Chiara Gamberale
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venerdì 15 marzo 2013
mercoledì 11 luglio 2012
Felicità a colori
«E come la mettiamo col fatto che gli amori finiscono, i genitori si separano, le amicizie si perdono, le persone muoiono e che insomma, siamo tutti disegnati a matita?»
«Ne prendiamo atto e ci concentriamo sui colori»
"Felicità dentro un disegno a matita. Però colorato" - Chiara Gamberale
«Ne prendiamo atto e ci concentriamo sui colori»
"Felicità dentro un disegno a matita. Però colorato" - Chiara Gamberale
PuntoG
giovedì 7 giugno 2012
Parafrasando Shéhérazade - L'op(posto) #1
”Raccontami una storia,” ti dico.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
*(molto) Liberamente tratto da "Le luci nelle case degli altri" - Chiara Gamberale
«Come tutte le persone malamente toccate dalla vita, anch'io pensavo che più cose sai meno soffri, hai la situazione sotto controllo. Poi ho capito che non hai bisogno di far sapere tutto a tutti, e viceversa, per amare ed essere amata: le persone che veramente tengono a noi sono quelle che ci capiscono, e che noi capiamo, nel profondo. Inutile fare i ragionieri dell'esistenza degli altri: perdi la vita, se la analizzi troppo. È una frase terapeutica, per me, ed è il punto al quale sono arrivata nel mio rapporto con le persone, che mi diverte e mi atterrisce. Per questo tengo tanto a questo libro: è il più autobiografico».
Da un'intervista alla Gamberale a proposito del libro.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
Si sedette sul tappeto bianco rannichiata
accanto alla poltrona. Sotto di lei, un cerchio unito da una linea diagonale,
segnava la vittoria di un tris. C'era musica, candele accese, odore di
mele e cannella.
”Raccontami una storia,” disse.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
Chiuse gli occhi e le candele disegnarono
figure strane attraversando il velo delle palpebre.
Com'è che un amore comincia? "Comincia quando c'è n'è di più, quando c'è n'è il giusto, quando in realtà c'è sempre stato. Un amore comincia perché qualcosa lo alimenta: allora bisogna usarlo, forse, l'amore. Ma comincia pure quando non lo si alimenta e: tutto cambia dopo il primo giorno. Così perfetto che pare vero. E allora forse almeno un po' bisognerebbe non usarlo, l'amore. E se poi comincia perché mentre non lo usi vola per aria e si unisce? Quello può capitare. Così come che lo lanci in aria, sul serio, e quello però ti torna più indietro: può capitare. O magari comincia perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per perderlo, ma così rinasce: sboccia. Comincia perché andavi lentamente, comincia perché vai avanti, comincia perché vuole cominciare, perché deve cominciare. Comincia perché è cosa più possibile da dimenticare, quando un amore comincia, che potrebbe non finire. *
Aprì gli occhi e spense le candele.
PuntoG
Com'è che un amore comincia? "Comincia quando c'è n'è di più, quando c'è n'è il giusto, quando in realtà c'è sempre stato. Un amore comincia perché qualcosa lo alimenta: allora bisogna usarlo, forse, l'amore. Ma comincia pure quando non lo si alimenta e: tutto cambia dopo il primo giorno. Così perfetto che pare vero. E allora forse almeno un po' bisognerebbe non usarlo, l'amore. E se poi comincia perché mentre non lo usi vola per aria e si unisce? Quello può capitare. Così come che lo lanci in aria, sul serio, e quello però ti torna più indietro: può capitare. O magari comincia perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per perderlo, ma così rinasce: sboccia. Comincia perché andavi lentamente, comincia perché vai avanti, comincia perché vuole cominciare, perché deve cominciare. Comincia perché è cosa più possibile da dimenticare, quando un amore comincia, che potrebbe non finire. *
Aprì gli occhi e spense le candele.
Sorrise.
PuntoG
*(molto) Liberamente tratto da "Le luci nelle case degli altri" - Chiara Gamberale
«Come tutte le persone malamente toccate dalla vita, anch'io pensavo che più cose sai meno soffri, hai la situazione sotto controllo. Poi ho capito che non hai bisogno di far sapere tutto a tutti, e viceversa, per amare ed essere amata: le persone che veramente tengono a noi sono quelle che ci capiscono, e che noi capiamo, nel profondo. Inutile fare i ragionieri dell'esistenza degli altri: perdi la vita, se la analizzi troppo. È una frase terapeutica, per me, ed è il punto al quale sono arrivata nel mio rapporto con le persone, che mi diverte e mi atterrisce. Per questo tengo tanto a questo libro: è il più autobiografico».
Da un'intervista alla Gamberale a proposito del libro.
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