lunedì 9 gennaio 2012

L'uomo col fazzoletto (e Charlie)

L'ultima volta che lo vidi aveva una rosa in mano, e un libro.
Camminava dentro l'aria, o meglio, ci nuotava dentro,
guardandosi intorno, per orientarsi,
cercando un punto di repere che gli facesse da bussola.
Non so cosa, un albero, l'incrocio tra due vie, il colore di un palazzo, un odore,
o una pietra scheggiata della strada che inseguiva con lo sguardo. 
Aveva occhi lenti di chi il tempo l'ha perduto dentro un cassetto,
inghiottito tra mille cianfrusaglie inutili.
Forse per questo non portava l'orolgio al polso,
ma un bracciale di sottilissimi fili di seta arrotolati.
A pensarci bene è strano, per uno che il filo della sua vita l'ha perso,
credo, dentro una fabbrica abbandonata.
Nella tasca della giacca qualche spicciolo, delle briciole e un fazzoletto bianco,
un quadrato di cotone, con due righe blu ai bordi.
Un fazzoletto serve sempre, quando si nuota nei pensieri.
L'ultima volta che lo vidi aveva una rosa in mano, un libro e gli occhi liquidi.
Mentre Charlie, dentro un locale sotto la strada, suonava questa cosa qui.


PuntoG

2 commenti:

  1. Uno dei miei pezzi preferiti fa da sottofondo all'immagine di un uomo d'altri tempi. Chi usa ancora il fazzoletto di stoffa... beh, però, se si deve nuotare nei pensieri...

    Ciao G., buon lunedì.
    Pim

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  2. Secondo me, mentre suonava, Fresu pensava a quest'uomo qui, con le righe blu in tasca.

    Grazie Pim
    Buonanotte

    PuntoG

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