L'uomo blu potrebbe tranquillamente chiamarsi uomo di ghiaccio. Non per l'imperturbabilità e neppure per il cuore privo di emozioni, anzi, nonostante faccia di tutto per farlo credere. Vive in bilico tra le vampate del caminetto che sembra l'Etna in eruzione e la camera del gelo. Quest'ultima è la sua alcova dentro la quale convivono con lui una manciata di stalattiti appese all'angolo del soffitto accanto alla finestra e sotto il comodino e un pinguino migratore, finito nell'unico posto rassomigliante all'Artico. Nell'alcova l'uomo blu non legge libri, la montatura di metallo degli occhiali potrebbe appiccicarsi alla pelle delle guance. Aspetta Morfeo contando le anatre, quelle inseguite per recuperarne le piume utilizzate per riempire il sacco sotto cui giace sepolto in attesa dell'alba. Le energie utilizzate durante la notte per far vibrare i peli del corpo al fine di staccare microstalattiti che si formano a ritmo sostenuto nonostante le oche di cui prima, vengono recuperate il mattino dopo con un tuffo dentro il barattolo di marmellata di arance da un chilogrammo. Il gelo lo tempra, mai avuto problemi di salute. Quando esce di casa, lo affronta come una cipolla. Strati di pile uno sull'altro, a partire dalle due paia di guanti. Per fortuna ha un fisico asciutto, altrimenti potremmo chiamarlo, anche, l'omino Michelin. Io non so se il gelo gli fa davvero bene, però ad ascoltarlo si sorride sempre.
PuntoG
Non so, chiedo... ma l'uomo blu sta davvero bene così, oppure non vuole/può permettersi un solo joule di calore?
RispondiEliminaCiao G., indossa i pattini d'argento.
Pim
L'uomo blu può permettersi tutti i joule che servirebbero a sgelare l'Artico. Forse aspetta la stagione della migrazione dei pinguini. Chi sa....
RispondiEliminaIndossati Pim, i pattini.
Buon weekend