venerdì 31 agosto 2012

Aria

Nuvole di lavanda,
passi sulle punte
e una danza.

Salgo sull altalena,
i piedi
ondeggiano l'erba.

Faccio un salto,
respiro.
Indosso il cappello
e mi giro.

Disegna una margherita,
sulla mia mano.

PuntoG

domenica 26 agosto 2012

5


«La pazienza è il primo atto d'amore.
Ricoprire di attenzioni qualcuno che non ci appartiene è il secondo atto d'amore.
Il quarto atto d'amore è il silenzio.
Il quinto atto d'amore è la fiducia.»

PuntoG

sabato 25 agosto 2012

Calura

Scivola e riempie
solchi di pianto
e ragnatele di sorrisi.

l' acqua straborda
dai pori,
diventa goccia:
una, tante.

Il fiume fa ragnatele
sul tuo volto
e s'infila
nei solchi del tempo.

L'occhio
cade sull'indice.
L'unghia una distesa,
di fiori bianchi.

Sorridi e ti guardo.
«Ma tu, quanti anni hai?»

PuntoG

sabato 18 agosto 2012

Ti ricordi? #1

Piovve a dirotto quando uscimmo dal bar in cui avevamo bevuto un caffè. L'aria si fece fredda all'improvviso, ci infilammo dentro un portone per evitare gli spruzzi d'acqua che arrivavano sulla mia camicia di lino bianco. Avevo una collana azzurra, questo me lo ricordo: dei tuoi vestiti non ho memoria. So che ad un certo punto spiovve.
«Una pizza?»
«Una pizza.» rispondesti.
Mi piaceva trascinarti sulla pista da ballo e insegnati i passi che neppure io conoscevo. Tu sorridevi, sorridevi sempre. Me ne accorgo solo adesso che a pensarci quei denti bianchi mi sembrano pronti per una fotografia da copertina. Solo che quelli non erano fogli di giornale ma la mia vita dentro cui t`infilavi come in un golf trovato sul letto.
Allora mi piaceva il tuo sorriso poggiato sul cuscino accanto al mio, vicino ai panni stesi, tra le candele accese per la cena.
Sorridevi mentre volavamo dentro alle nuvole di "zucchero filato che se le mangi ti addolciscono il cuore". Tu sorridevi e pioveva: dentro l'aereo, nella camera d'albergo, nella rambla. Piovve per tutto il viaggio, come la prima volta che c'incontrammo: anche sull auto mentre dall aeroporto tornavamo a casa. Non serviva al ombrello a ripararci. Credo che sprofondai il mio bagaglio dentro l auto, dissi un «vado», tu rispondesti «ciao» e mi ritrovai a guidare nella notte, verso casa. Non so so sia andata davvero così: il senso è questo.
Ritornare è stato infilare la testa dentro le valigie da disfare, come tutto il resto: pioggia e sorrisi.
Non è rimasto nulla, neppure un briciolo di nostalgia.
PuntoG

ndr fuggire dai sorrisi cartolina

lunedì 6 agosto 2012

(bi)sogno

Che bisogno avevi di occupare l'altro lato del letto fino a infilarti dentro l'impronta di me? Mentre aspetto gioco con gli origami e costruisco uccelli coi fogli dei quotidiani cinesi. Cuocio le polpette nel sugo che borbotta dei pranzi nei giorni di festa e del silenzio in tutti gli altri giorni. Alle diciassette ogni giorno ti ho scritto una lettera, con la stilografica e l.inchiostro nero; il pennino ha tratti più marcati. Sono archiviate nel faldone con la scritta rossa : MITTENTE SCONOSCIUTO. Il tempo ingiallisce la carta e stinge la china. Rileggo a stento ciò che rimane. Che bisogno avevi di traslocare dentro un'altra impronta senza almeno lasciare una manciata di briciole sul divano bianco? Il posto del tuo spazzolino è sempre vuoto e la musica che ami dà il buongiorno al sole, che guarda e fa spallucce. Che bisogno avevi di telefonarmi una mattina di settembre per dirmi che ti manco e mi vuoi bene? Però lui, è davvero delizioso. PuntoG

sabato 28 luglio 2012

dammi

una mela e una candela,
un fiore,
fogli bianchi
per un rogo di desideri.
la notte abbraccia.
ali
accompagnano coi grafemi.
perle arrotolate
attendono silenziose.
dammi il rogo,
la montagna,
le lacrime che concimano la vita.
un posto dammi.
e il coraggio del mio nome urlato.

PuntoG

martedì 24 luglio 2012

Parafrasando Shéhérazade #3



”Raccontami una storia,” ti dico.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”

 
Si sedette sul tappeto bianco rannichiata accanto alla poltrona. Sotto di lei, un cerchio unito da una linea diagonale, segnava la vittoria di un tris. C'era una musica, delle candele accese, odore di miele di montagna e cannella.

”Raccontami una storia,” disse.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”

Chiuse gli occhi e le fiammelle disegnarono figure strane attraversando il velo delle palpebre.


Ti racconto una notte di stelle a manciate.
"Non m'importa", mi dici.
T'importa dell'aria, degli odori,
della luce che entra nelle mie stanze.
Ti racconto della nuvola
a forma di ciambella appena fritta
ai bordi della giostra,
dell'aria che profuma di pino e di terra,
della parete bianca a cui mi appoggio.
Mi racconti di un cielo senza stelle,
della cassaforte che non c'è più,
della sedia che gira,
di coperte arrotolate,
di un giaciglio che non accoglie
e di una valigia dietro la porta.
La musica si spegne
mentre t'infili
dentro l'azzurroazzurro
del tuo deserto,
e mi racconti dei colori cangianti
ad ogni battito del cuore.
La musica si è spenta
e una voce
è entrata nella notte.
Ho guardato il cielo
e l'ho visto azzurroazzurro.


Aprì gli occhi e spense le candele.
Sorrise.


PuntoG