una mela e una candela,
un fiore,
fogli bianchi
per un rogo di desideri.
la notte abbraccia.
ali
accompagnano
coi grafemi.
perle arrotolate
attendono silenziose.
dammi il rogo,
la montagna,
le lacrime
che concimano la vita.
un posto dammi.
e il coraggio
del mio nome urlato.
PuntoG
sabato 28 luglio 2012
martedì 24 luglio 2012
Parafrasando Shéhérazade #3
”Raccontami una storia,” ti dico.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
Si sedette sul tappeto bianco rannichiata
accanto alla poltrona. Sotto di lei, un cerchio unito da una linea diagonale,
segnava la vittoria di un tris. C'era una musica, delle candele accese, odore di
miele di montagna e cannella.
”Raccontami una storia,” disse.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno.”
Chiuse gli occhi e le fiammelle disegnarono
figure strane attraversando il velo delle palpebre.
Ti racconto una notte di stelle a manciate."Non m'importa", mi dici.
T'importa dell'aria, degli odori,
della luce che entra nelle mie stanze.
Ti racconto della nuvola
a forma di ciambella appena fritta
ai bordi della giostra,
dell'aria che profuma di pino e di terra,
della parete bianca a cui mi appoggio.
Mi racconti di un cielo senza stelle,
della cassaforte che non c'è più,
della sedia che gira,
di coperte arrotolate,
di un giaciglio che non accoglie
e di una valigia dietro la porta.
La musica si spegne
mentre t'infili
dentro l'azzurroazzurro
del tuo deserto,
e mi racconti dei colori cangianti
ad ogni battito del cuore.
La musica si è spenta
e una voce
è entrata nella notte.
Ho guardato il cielo
e l'ho visto azzurroazzurro.
Aprì gli occhi e spense le candele.
Sorrise.
PuntoG
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lunedì 23 luglio 2012
Signora Milena
La facilità di scriver lettere - considerata puramente in teoria - deve aver portato nel mondo uno spaventevole scompiglio delle anime. E' infatti un contatto con fantasmi, e non solo col fantasma del destinatario, ma anche col proprio che si sviluppa tra le mani nella lettera che stiamo scrivendo, o magari in una successione di lettere, dove l'una conferma l'altra e ad essa può appellarsi per testimonianza. Come sarà nata mai l'idea che gli uomini possono mettersi in contatto tra loro mediante lettere? A una creatura umana distante si può pensare e si può afferrare una creatura umana vicina, tutto il resto sorpassa le forze umane.
Scrivere lettere però significa denudarsi davanti ai fantasmi che ciò attendono avidamente. Baci scritti non arrivano a destinazione, ma vengono bevuti dai fantasmi lungo il tragitto. Con così abbondante alimento questi si moltiplicano in modo inaudito.
L'umanità lo sente e li combatte; per cercar di eliminare l'azione dei fantasmi tra uomo e uomo e per raggiungere il contatto naturale, la pace delle anime, essa ha inventato la ferrovia, l'automobile, l'aeroplano, ma ciò non serve più, sono evidentemente invenzioni fatte già durante il crollo; la parte avversaria è molto più calma e più forte, anche se l'umanità dopo la posta ha inventato il telegrafo, il telefono, il telegrafo senza fili.
Gli spiriti non moriranno di fame, ma noi periremo.
Lettere a Milena, F. Kafka
C'è stato un tempo, in cui la frase di default nelle mie mail, recitava più o meno così: "Io ti scrivo, non per questo devi necessariamente leggermi". Davo da bere.
PuntoG
venerdì 20 luglio 2012
I vantaggi del gruppo
"Con il talento si vincono le partite,
ma è con il lavoro di squadra e l'intelligenza che
si vincono i campionati"
Michael Jordan
Michael Jordan
PuntoG
martedì 17 luglio 2012
As Good as It Gets
« Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore » |
PuntoG
lunedì 16 luglio 2012
Pirate smile
Ci sono addii che possono trasformarsi in un arrivederci, e viceversa.
E tour che fanno scrivere una canzone come questa qui.
PuntoG
E tour che fanno scrivere una canzone come questa qui.
PuntoG
domenica 15 luglio 2012
Non tutto ciò che brilla eccetera eccetera
sabato 14 luglio 2012
Ho paura. Non ci riesco
La strada si allontana, fredda. I sassolini sotto le ruote di
gomma sono il suono della campagna con i suoi tigli e bucaneve, il campo di
grano tocca il cielo.
-sbrigati dai! Pedala, veloce! Non arriviamo più se continui a
fermarti- mia zia, vicina, lontana. Eco nella mia testa pesante “Non ci riesco.
Ho paura. Non ci riesco. Ho paura”… Nel piccolo cuoricino nascosto, sgorgano
terrore e sconforto, un nodo alla gola e un pianto scoppiato. “Non ci riesco. Ho
paura. Non ci riesco! Ho paura!”.
la zia pedala veloce, non guarda indietro. “Non ci riesco. Ho
paura”.
La sua testa è un puntino rosso nella strada polverosa. I cani
la inseguono. Io resto. Non mi muovo. Ho deciso che rimango qui ”non ci riesco.
Ho paura” non mi importa cosa mi succede. Non ci riesco, Ho paura di cadere, di
farmi male, di sbucciarmi le ginocchia, per l’ennesima volta.
Ascolto i grilli e il sole caldo. Sono sola. Ho paura e non ci
riesco ma sono sola. Silenzio. Nessuno è pronto a raccogliermi, a consolarmi.
Solo le mie piccole braccia riescono ad abbracciare il mio tronco ansimante. Ho
paura e non ci riesco. Mi abbraccio forte e piango tanto. Mi fanno male i piedi,
non riesco a camminare. Devo pedalare. Devo assolutamente pedalare “Ho paura.
Non ci riesco”. Mia zia avrà già comprato il ghiacciolo alla cascina e non
tornerà indietro. Non so la strada “Ho paura. Non ci riesco”
Ho consumato i miei occhi, le mie lacrime sono cadute in
fretta, il mio cuore ha smesso di tremare. Nessuno mi ascolta in quel paesaggio
di infantile bellezza. Voglio anche io fare il rumore con i sassi sotto le
gomme, voglio anch’io ascoltare la campagna. Salto sulla graziella.
Non cado più. Assaporo il rumore della ghiaia, le cicale, il
vento, le nuvole. “Anche io so fare il rumore con la bici”.
Questo racconto arriva da un posto che si chiama "La stilografica". Ha un bel suono, in particolare questo qui: “Anche io so fare il rumore con la bici”. A pedalare bisognerebbero insegnarcelo da piccoli, all'asilo addirittura. Forse anche no, non importa se nessuno ce lo spiega. Dovremmo imparare a farlo comunque. Almeno prima di andare a camminare sul grande arcobaleno. Perchè lì, si usano le ali, non le bici.
PuntoG
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giovedì 12 luglio 2012
Alle volte ci vuole proprio...
"Tutti
questi luoghi comuni sulle donne, che se vogliono dire sì dicono no, se
vogliono dire no dicono sì e via dicendo.
Io se voglio dire sì dico sì, se voglio dire no dico no e se voglio dire vaffanculo dico vaffanculo. E quindi vaffanculo."
Io se voglio dire sì dico sì, se voglio dire no dico no e se voglio dire vaffanculo dico vaffanculo. E quindi vaffanculo."
Carmelita Zappalà
PuntoG
mercoledì 11 luglio 2012
Felicità a colori
«E come la mettiamo col fatto che gli amori finiscono, i genitori si separano, le amicizie si perdono, le persone muoiono e che insomma, siamo tutti disegnati a matita?»
«Ne prendiamo atto e ci concentriamo sui colori»
"Felicità dentro un disegno a matita. Però colorato" - Chiara Gamberale
«Ne prendiamo atto e ci concentriamo sui colori»
"Felicità dentro un disegno a matita. Però colorato" - Chiara Gamberale
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martedì 10 luglio 2012
Entomologia
La pupa diventa farfalla.
E' scritto.
Almeno a volare ci si prova.
PuntoG
E' scritto.
Almeno a volare ci si prova.
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domenica 8 luglio 2012
E' successo.
- Spiff...
- Si?
- Si.
PuntoG
- Si?
- Si.
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